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giovedì 10 febbraio 2011

Urban Outfitters lancia la moda sposa low-cost: come mai Zara o H&M non ci avevano pensato?




Genialità oltreoceano.

Urban Outfitters il giorno di San Valentino lancerà la sua collezione BHLDN dedicata alla sposa. All'inizio la collezione sarà disponibile su un sito di e-commerce, ma sono previste anche aperture di punti vendita dedicati.

Come mai nessuno aveva ancora pensato alla sposa low-cost?

Che poi non si tratta semplicemente di low-cost: Urban Outfitters si propone al suo pubblico come insegna giovane, irriverente, alla moda. Come tutti i retailer di successo, ha una propria personalità, che permette al suo target di identificarsi.

Evviva la moda sposa non convenzionale.

Chissà che non sia spunto per qualche altro retailer lungimirante.

mercoledì 9 febbraio 2011

The importance of offering contents before than products: e-commerce industry look for journalists


At the end of the day, as well as for any kind of biz, also e-commerce needs to offer something more than just a menu of items to sell.

All e-commerce websites ask for e-mail subscription in order to implement a DM activity.

Every single day we get some dozens of newsletters offering any kind of products and services. From fashion to travels to electronics etc etc.

But what’s the key of success of the best e-commerce companies like Net-à-Porter?



It’s storytelling.
It’s telling something: offering news, suggestions, editorials, any content that can valuable for receivers.

Otherwise, your e-mail will be thrown away together with spam.

That’s why the most successful e-commerce companies are hiring journalists in addition to creatives and technicians. A journalist can turn your website into a magazine, involving and engaging readers and get their fidelization through direct mail and social networks.

If you have some more time, you can read: 

martedì 8 febbraio 2011

San Valentino nel luxury e-commerce

Come nella grande distribuzione, anche nel fashion retail (di cui l'e-commerce è solo uno dei canali) le ricorrenze sono diventate un must della comunicazione commerciale.

San Valentino per il fashion system è una delle più appetibili dopo il Natale: cosa c'è di più appetibile per una donna che ricevere in regalo l'oggetto dei desideri, l'anteprima della collezione primavera-estate, quel pezzo che forse non avresti mai avuto il coraggio (economico e razionale) di comprare?

Anche i siti di fashion e-commerce più importanti non si sottraggono. Ma non tutti colgono l'occasione.

Ho dato un occhio a:

Luisaviaroma.com: coerente con la sua immagine di sempre, irriverente e divertente, fa vivere la moda in modo brillante. E propone San Valentino, giustamente, per uomo e per donna, puntando sulle gift card e su accessori divertenti, segmentati per target (femminile, giocosa, sexy ecc). Nessuna promo di prezzo. Vd: http://www.luisaviaroma.com/landing.aspx?page=s_valentino

Yoox.com: come sempre attento alle logiche del retailing, Yoox non si sottrae alla ricorrenza, proponendo una mini-collezione dedicata ed in esclusiva, che permette di giocarsela senza fare nessuna promo di prezzo. Giovane, fresca, attuale (con l'icona di condivisione su Facebook in primo piano), ti fa dimenticare di essere sul sito di un outlet. Vd: http://www.yoox.com/subhome.asp/dept/warislovesyoox

Net-à-Porter.com: l'immagine, coerente, è quella del sito very-fashion, poca giocosità e tanto prendere la moda sul serio. Anche se sempre in modo brillante e contemporaneo. La loro proposta per San Valentino è piuttosto classica: una serie di articoli selezionati dal loro assortimento standard per la loro idoneità ad essere un regalo per San Valentino. C'è un handicap: l'offerta è solo femminile, e pertanto sarà difficile che ci siano molti visitatori o iscritti al sito uomini. E chi compra qualcosa di femminile come regalo se non gli uomini? Vd: http://www.net-a-porter.com/intl/boutiques/Gifts/list.nap?SelItem=1%3b0&SelItem=0,0&custom_list=Valentine's_Day

Lindestore.com: stesso problema di audience per lindestore, ma in questo caso non c'è neanche un accenno alla ricorrenza in home page. L'offerta San Valentino è riservata agli iscritti e veicolata quindi solo con direct mktg. A maggior ragione, come faranno gli uomini a pensare ad un regalo per la propria amata da lindestore? 

Vente-privee.com: accessibile solo dagli utenti registrati, ha il vantaggio di rivolgersi anche al target maschile, ed ha in homepage una sezione dedicata ai regali per lei. Non è quindi specifico per San Valentino.

Farfecht.com: nessun accenno a San Valentino (troppo trendy per questa ricorrenza mainstream?....)

Antonioli.eu, Theoutnet.com, My-wardrobe.com: idem, nessun accenno alla festività come occasione di shopping


Continuerò la mia ricerca.
P.S.: da parte mia, come regalo preferisco sempre un viaggio!!

lunedì 7 febbraio 2011

Retail, un nuovo modo di proporre il lusso a Londra: Mount Street.

Mount Street è la nuova via dello shopping di lusso a Londra.


 
Fino a pochi anni fa, tranquilla via di antiquari e gallerie d’arte, dopo la ristrutturazione (privata) fatta da poco, sta soppiantando progressivamente Bond Street e Sloan Street, ospitando i negozi di Christian Louboutin, Carolina Herrera, Goyard, Rick Owens, Balenciaga, Lanvin, Nicholas Kirkwood, ed è in arrivo Loewe.

Insomma, tutte firme attuali, trendy, altamente desiderate, che non trovano la loro corretta collocazione nelle classiche vie del luxury.

Cosa offre Mount Street di diverso rispetto alle tradizionali vie del lusso, Bond Street e Sloane Street?

Banalmente, costi di real estate più bassi: nonostante Mount Street, dopo la riqualificazione, abbia visto quadruplicare i propri affitti commerciali, Bond e Sloane Street rimangono le vie più costose di tutta Europa, e continuano ad aumentare, con le recenti aperture della Maison Louis Vuitton, il primo flagship londinese di Tory Burch e l’estensione del negozio Miu Miu.

Ma soprattutto un’ESPERIENZA DIVERSA DI SHOPPING.
Tutti i responsabili di questi brand affermano che, più che i minori costi, ad attrarli in Mount Street è stata la disponibilità di spazi vetrina ed in-store più ampi, dove poter meglio esprimere la propria identità di marca; perché, oltre ai negozi di moda, sono comparsi ristoranti, bar, l’hotel Connaught con la fontana di Tadao Ando, ed altri esercizi che permettono ai clienti di godere di una vera e propria “esperienza del lusso” a 360°.

E poi, essendo una via più raccolta, meno commerciale in senso stretto, ha permesso di creare una vera e propria RETAIL COMMUNITY DEL LUSSO: i commercianti si sono uniti per trarre il massimo vantaggio in un’atmosfera conviviale, invece di sgomitare per conquistarsi il cliente della porta accanto.
E questa è la vera novità in questo settore, per sua natura associato all’utilitarismo egocentrico: per la prima volta, i retailer hanno capito che, alleandosi, avrebbero creato un’atmosfera unica, traendone profitto tutti.
Questo ha fatto sì che i retailer della via creassero una vera associazione ufficiale, che si incontra regolarmente per discutere di problemi comuni e fare piani per il futuro, come in una (ideale) riunione di condominio.

Tutto questo, molto affascinante e meritevole di plauso, si sta traducendo in business?
Pare di sì: ora il problema è trovare spazio per gli altri brand che arriveranno presto a bussare alle porte di Mount Street.
Non tutti sono stati lungimiranti come Marc Jacobs, che ha aperto la sua boutique qui in tempi non sospetti, da vero pioniere.




L'articolo completo su Business of Fashion di oggi.

giovedì 3 febbraio 2011

Arriva il fast-fashion nelle calzature?



In base alle ultime news, il gruppo spagnolo Inditex starebbe studiando il lancio di un concept distributivo dedicato a calzature e accessori per il quale la catena seguirebbe il posizionamento di Zara.


Cosa ne sarà dei Cinti e compagni della situazione?

Anche il comparto calzaturiero dovrà affrontare questa nuova sfida, che ha portato alla banalizzazione dei prodotti di tante aziende di abbigliamento del segmento medio.

Almeno hanno un vantaggio: sanno già cosa le aspetta.

I prodotti del fast-fashion sono come i voli Ryanair: prezzo basso ma zero servizio.
Quindi, bisogna creare (maggiore) valore intorno al proprio brand.
Come?
Su tutte le leve di marketing: dal prodotto alla comunicazione al retail. Il servizio pre e post-vendita può davvero fare la differenza.
E poi: personalizzazione. Identità e personalità.

Ognuno dovrà trovare la sua strada.
Senza sottovalutare il rischio che incombe dietro l'angolo.


mercoledì 2 febbraio 2011

La storia delle Ugg, un fenomeno che incuriosisce (ed io non ne ho un paio....)

Ero proprio curiosa di leggere la storia delle UGG.
Certo, sapevo che erano le scarpe indossate dai surfisti australiani quando uscivano dall'acqua per scaldarsi i piedi, ma come hanno fatto a diventare un fenomeno così di massa e così imitato?
Intanto, sapevate che le prime ad indossarle negli USA, surfisti a parte, sono state le attrici nel backstage per tenere i piedi al caldo ed a riposo tra una ripresa sui tacchi e l'altra? Ovviamente le attrici hanno sempre qualche amico surfista da cui prendere ispirazione.....
E che il primo paio di UGG a sbarcare negli USA sono state portate dal surfista australiano Brian Smith nel lontano 1978? E che la Deckers, che ha comprato il marchio nel 1995 per dare ai propri venditori qualcosa da proporre anche in inverno (fino ad allora vendeva sandali) oggi realizza l'80% del suo fatturato proprio con le UGG? da opportunity a strategic business!


Diciamocelo, slanciare non slanciano......eppure.
Da fenomeno di nicchia a fenomeno di massa.
Anche Jimmy Choo non ha resistito ed ha creato delle UGG in collaborazione.


Ha contato più Paris Hilton o Oprah Winfrey?
Io ancora non mi sono fatta contagiare.
Ma - lo ammetto - più per spirito di contraddizione!

Lungo ma interessante articolo per curiosi di fenomeni come questo:
http://fashion.telegraph.co.uk/news-features/TMG8283572/The-story-of-Ugg.html